In questa guida spieghiamo come scegliere il migliore biotrituratore elettrico e vediamo quali sono i prezzi dei modelli disponibili sul mercato.
Al contrario dei biotrituratori a scoppio, progettati per i professionisti, quelli elettrici sono molto più economici e adatti per un utilizzo non intensivo. Nonostante tutto, però, riescono ad offrire delle prestazioni eccellenti nella triturazione degli scarti delle potature. Di contro, visto che il mercato è ricco di modelli differenti, è il caso di capire quali sono gli elementi che fanno realmente la differenza, prima di sceglierne uno.
Come Scegliere un Biotrituratore Elettrico
Come anticipato poco sopra, i biotrituratori con motore elettrico sono indicati in modo particolare per un utilizzo negli spazi verdi e senza troppe pretese. Questo perché non hanno delle lame particolarmente potenti e un bocchettone di carico molto ampio. In sintesi, non riuscirebbero a sminuzzare residui complessi come i tronchi con diametro largo o i rami verdi e eccessivamente elastici. In realtà i pochi limiti di questi dispositivi sono del tutto ininfluenti nei giardini e nei piccoli appezzamenti di terreno. Te lo diciamo per fugare ogni dubbio sulla loro effettiva utilità, visto che triturano senza problemi qualsiasi rametto e altri piccoli scarti della potatura o della pulizia di uno spazio verde.
Potenza del motore
La potenza del motore viene sempre misurata in watt in un biotrituratore elettrico, ed è ovviamente decisiva per determinare la qualità di questo attrezzo. In genere il wattaggio di un modello a motore elettrico parte da un minimo di 1500 watt circa, fino ad arrivare al massimo a 3000 watt, ma solo nei modelli più avanzati. Tanto basta per azionare il sistema di taglio del trituratore, così da dargli al possibilità di sminuzzare i rametti, l’erba e lo sfalcio in generale. Risulta essere chiaro che più sale la potenza del motore, più si alza anche il prezzo del prodotto, dunque, se non hai delle esigenze particolari, puoi anche limitarti ad un modello con una potenza media di circa 2000 watt.
Tipologia di alimentazione
Rispetto ad un biotrituratore con motore a scoppio, quello elettrico non va a benzina o a miscela, ma viene alimentato tramite il collegamento ad una presa della corrente. Questo significa che ha sempre un raggio d’azione limitato, e definito appunto dalla lunghezza del cavo, che di solito è abbastanza corto.
Non si tratta di un vero e proprio problema, visto che potrai collegare il filo ad una prolunga, aumentando così lo spazio percorribile con il tuo trituratore a elettricità. Certo, il cavo può diventare un ingombro per via del rischio di inciamparci sopra, ma i consumi rispetto a quelli a scoppio sono molto più bassi. In altri termini, affronterai una spesa doppiamente inferiore.
Nonostante la possibilità di collegare una prolunga al cavo di alimentazione, sappi che i biotrituratori elettrici non sono progettati per operati spazi molto ampi. Solitamente sono molto utili nei giardini con una metratura intorno ai 200 metri quadri, o comunque mai superiore ai 500 metri quadri. Eccedendo questo valore, infatti, con tutta probabilità ti conviene valutare l’acquisto di un modello a benzina.
Tipologia di gruppo di taglio
Quando si parla di gruppo di taglio, si fa riferimento al sistema che il trituratore utilizza per sminuzzare finemente i residui della potatura e gli sfalci. A livello tecnologico, esistono diverse soluzioni sul mercato, ma alcune di esse sono rare nei modelli con motore elettrico.
-Sistema a lame
Risulta essere in assoluto il più diffuso nei biotrituratori elettrici, dato che è più economico rispetto agli altri, ma comunque performante. Il gruppo di taglio in questo caso viene composto da una serie di lame o coltelli, che triturano i residui verdi con un diametro non oltre i 45 millimetri. Superato questo valore, infatti, il sistema rischierebbe di bloccarsi, in quanto incapace di sminuzzare i rami più spessi. Questa tecnologia è più rumorosa rispetto alle altre, per via dell’elevata rotazione delle lame, che può arrivare fino a 4000 giri al minuto. Risulta essere la scelta perfetta per tritare il fogliame e i rametti piccoli.
-Sistema a rullo
Risulta essere più efficace rispetto alle lame, ma alza il prezzo del biotrituratore. Nonostante non sia molto diffuso, il sistema a rullo è comunque presente in alcuni modelli di fascia alta e di conseguenza è importante capire come funziona. I rulli, che girano a velocità sensibilmente inferiori rispetto alle lame, hanno dei denti più grandi e quindi riescono a sminuzzare pure quelli con un diametro superiore. Inoltre, spesso hanno una funzionalità che ti permette di invertire la rotazione del rullo, così da sbloccarlo nel caso dovesse incepparsi. Considera poi che questo sistema di triturazione produce meno rumore, ha un basso livello di consumi energetici, ma ha dei difetti. Nella fattispecie, va in difficoltà quando si tratta di sminuzzare detriti sottili come le foglie o i rametti piccoli.
-Sistema a turbina
Al sistema a turbina dedichiamo giusto un accenno, perché non è mai presente nei modelli di biotrituratore elettrico. Il gruppo di taglio è molto ampio, ed è capace di triturare di tutto, sia i detriti con diametro piccolo, sia i rami più spessi. Consuma però molta energia ed è per questo che viene utilizzato soltanto nei biotrituratori a scoppio.
Peso e maneggevolezza
I modelli con motore elettrico sono decisamente più leggeri e maneggevoli, se facciamo ancora una volta un confronto con quelli a benzina. I motori elettrici sono infatti meno ingombranti e meno pesanti di quelli a scoppio, ed è un aspetto molto importante, perché facilita gli spostamenti dell’apparecchio.
Inoltre, i prodotti elettrici hanno una forma a bidone e sono dotati di base con rotelle, dunque sono ancor più semplici da spostare durante i movimenti in giardino. Per quanto riguarda il peso, di solito non si superano 20 chilogrammi, ma quelli a lame oscillano intorno ai 12 chili. Da sottolineare anche la presenza di una maniglia, che potrai afferrare per trascinare il bidone senza faticare più di tanto.
Capienza del cesto di raccolta
Quasi tutti i biotrituratori includono anche un sacco integrato o esterno, che ha il compito di accogliere lo sfalcio dopo il passaggio tra le lame. Tutti i residui tritati finiscono dunque al suo interno, quindi il sacco andrà riempendosi mentre procedi con la pulizia. Per questo motivo, è importantissimo valutare la capienza massima del sacco, perché se è troppo piccolo dovrai fermarti e svuotarlo spesso. Per fortuna, la maggioranza dei modelli ha un sacco abbastanza capiente da permetterti di lavorare senza troppe pause. In genere la capienza media di un sacchetto oscilla intorno ai 50 litri, ma possiamo trovare anche degli apparecchi con un sacco più ampio. Infine, alcuni sacchetti hanno una sezione trasparente, che ti permette di valutare quanto spazio libero ti resta.
Qualità dei materiali
Un biotrituratore di qualità è un prodotto destinato a durare per molti anni, ma dipende dal tipo di materiali utilizzati. Visto che quelli elettrici sono sempre in plastica, ti consigliamo di leggere la scheda tecnica e di scegliere solamente i prodotti con scocca in ABS. La scelta della plastica al posto del metallo non è casuale, nonostante sia in grado di resistere agli urti, non aumenta troppo il peso del trituratore.
Biotrituratori Elettrici più Venduti
Per concludere proponiamo una lista dei biotrituratori elettrici più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti presenti nella lista è possibile leggere le opinioni dei clienti.